Finalmente tre anni dopo l’ultima edizione, sabato 9 luglio (Badalucco, Regione Ortai, ore 18:00) torna il rituale del Bistrot dell’Ulivo (Spremitura a freddo, pensieri in libertà), la riflessione seriosa e scanzonata che dal 2010 riunisce in valle Argentina numerosi nomi del mondo dello spettacolo, dell’imprenditoria, della cultura, del giornalismo, radunati da Franco e Rossella Boeri Roi, frantoiani e organizzatori dell’evento. L’attestato di stima quest’anno verrà consegnato a Luca Papalia, dell’Azienda agricola Clorìs.
Finalmente dopo tre anni di stop, Sabato 9 luglio a Badalucco, in Regione Ortai, si ripete l'ormai tradizionale rito del Bistrot dell'Ulivo (spremitura a freddo, pensieri in libertà), una riflessione seria e leggera che riunisce nella valle argentina tanti nomi del mondo dello spettacolo, dell'impresa, della cultura, del giornalismo, riuniti da Franco e Rossella Boeri Roi, frantoi e organizzatori dell'evento.
Il Bistrot dell'Ulivo ha l'ambizione di provocare una riflessione, all'ombra di alberi centenari, sulle difficoltà dell'agricoltura in generale e del ponente ligure in particolare, e di valorizzare i giovani che perpetuano tradizioni familiari o riprendono la professione. Il tema in discussione in questa undicesima edizione sarà: "La Liguria dell'estremo ponente, prospettive di sviluppo sostenibile".
Come sempre parteciperanno tanti amici di Franco e Rossella, personalità come Michele Serra, Oscar Farinetti, Sergio Staino, Pietro Galeotti, Vittorio De Scalzi, Oliviero Toscani, Settimio Benedusi, Michele Faisola, Walter Lagorio, Giuseppe Noto, Gianni Berrino, Alberto Biancheri, Fulvio Gazzola e molti altri. Il Bistrot dell'Ulivo sarà ospitato da Antonio Silva, conduttore della rassegna canora dell'autore del Premio Tenco.
Nato a Pistoia (1955) vive a Roma dal 1977; dal ‘75 collabora con la stampa nazionale e internazionale; dal 1980 realizza réportages disegnati in giro per il mondo. Protagonista delle maggiori testate satiriche europee (L’Echo des Savanes, Humour. Cuore, Satyricon, ecc.) alcune delle quali dirige, o partecipa alla fondazione (Il Male, , Boxer, Il Cuore). Lavora per La Repubblica e Il Fatto Quotidiano e con altre testate, anche estere. Pubblica diversi libri, l’ultimo dei quali nel 2013 “Fine penna mai”. Parallelamente ha evoluto una personale ricerca pittorica, documentata in svariate mostre e cataloghi, tra i cui esiti: il ciclo pittorico di sessanta opere Commedia in Z.E.R.O. (catalogo); il fregio virtuale proiettato sull’Ara Pacis Apoteosi dei corrotti, da cui è nato l’omonimo libro; con Jan Saudek Teneri Barbari (catalogo). Nel 2011 è invitato alla 54 Biennale di Venezia, nel Padiglione Italia. Sempre nel 2011 espone l’intero ciclo Commedia IN Z.E.R.O. al Festival di Spoleto (catalogo). Nel 2012 pubblica per Tricromia il libro d’arte “A.” e tiene la personale “Appunti per la ricostruzione della bellezza” alla Galleria Gagliardi di San Gimignano. Nel 2015 tiene una bi-personale alla Philobiblon Gallery “ROPS + MANNELLI” (catalogo); la stessa mostra viene trasferita da marzo a giugno al Palazzo Ducale di Urbino, a cura di Vittorio Sgarbi. A Gennaio e Febbraio 2016 tiene una personale alla Building Bridges Art Exchange di Los Angeles (catalogo). Insegna all’Istituto Europeo di Design (IED) di Roma dove coordina il dipartimento di Illustrazione e Animazione.
Quest'anno l'attestato di stima verrà consegnato a Luca Papalia, dell'azienda agricola Cloris. Luca si è distinto per il recupero dei terrazzamenti abbandonati, per la coltivazione del fagiolo tipico della zona, la "Muneghetta", e per aver contribuito a dar vita al progetto Glori, the place to be. Questo il nome scelto per il progetto di rinascita e ripopolamento dell’antico borgo dell'Alta Valle Argentina nell'entroterra ligure, che anche grazie alla sinergia con chi già abitava quel luogo sta funzionando in modo esemplare. Qui, dove il tempo si è fermato, una piccola comunità di residenti tenaci e sognatori, porta avanti la sua quotidiana battaglia per preservare la bellezza del territorio in maniera comunitaria e sostenibile.
L’idea di ripopolare questo borgo viene a Luca nel 2014. Glori superiore – minuscola borgata che si trova sopra a Glori – gli ha “rapito il cuore” al primo incontro. Luca ha quindi iniziato a cercare una casa in affitto e ha avuto una visione, quasi una certezza: il paese sarebbe stato interamente ripopolato e recuperato. Ha quindi iniziato a conoscere la gente del posto per capire chi erano i proprietari delle terre e delle case e così, nel giro di poco tempo, sono cominciati ad arrivare i nuovi "abitanti".
La differenza tra i progetti di ripopolamento di borghi che funzionano e quelli che non funzionano spesso è data da questo primo passo: la relazione con chi già vive in un determinato spazio. Luca ha subito cercato di instaurare un rapporto con loro, ha aiutato la proloco del posto, ha partecipato alle feste, ha socializzato con la gente del paese, ha “lavorato” con loro. «Dopo un po’, racconta, la gente del paese ha cominciato a vedere che non facevamo nulla di strano e a fidarsi di noi. Ha capito che volevamo soltanto riabitare un posto e farlo in maniera educata ed ecologica».
L’obiettivo ora è quello di allargare maggiormente questa comunità creando una rete sociale e riattivando ulteriormente l’economia locale.